Mattia Coffetti: «Ho 5 microchip sottopelle per pagare, ma non solo»

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Insieme ai Degiornalist - Fabiana Paolini e Claudio Chiari - nel pomeriggio di mercoledì 2 agosto, è stato ospite l'informatico Mattia Coffetti, il primo individuo in Italia che si è fatto impiantare 5 microchip sottopelle. «Per ora l'utilizzo più utile e comodo è quello di pagare come se la mia mano fosse una carta di credito. Oppure quello di scambiare informazioni, come ad esempio aprire le porte, sbloccare il telefono». E sulle reazioni delle persone che lo vedono usare i chip dice: «Quando pago è un misto di reazioni. Alcuni pensano che li sto prendendo in giro oppure che li sto truffando. Poi ci sono quelli che non dicono niente, altrimenti quelli che si informano». Un altro fine dei microchip è quello «di togliere la paura su queste pratiche. Fino a poco tempo erano relegati ad ambienti underground dell'informatica: biohacking, cyberpunk, il transumanesimo. Mi fa piacere essere riuscito a portarle ad un'idea più consona»

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