EY, Pil +0,4% nel 2025, incertezza dai dazi Usa

Focus economia - Un pódcast de Radio 24

Categorías:

Una crescita del Pil reale dello 0,4% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026 con una riduzione del tasso di inflazione dal 2,1% nel 2025 all'1,9% nel 2026. E' quanto indicano le proiezioni di EY per l'economia italiana nella settima edizione dell'EY Italian Macroeconomic Bulletin, analisi trimestrale che - a partire dall'analisi delle principali variabili macroeconomiche e sulla base di un modello macro -econometrico proprietario - fornisce previsioni a medio termine per l'economia italiana.  "Lo scenario economico internazionale rimane complesso e persistono elementi di incertezza legati agli effetti delle tensioni geopolitiche, dei nuovi dazi dell'amministrazione statunitense, degli elevati prezzi di alcune materie prime così come dei tassi di interesse", spiega Mario Rocco, valuation, modelling and economics leader di EY in Italia. "Nell'Eurozona, dopo una crescita dello 0,9% nel 2024, è attesa una progressiva accelerazione nei prossimi anni, pari all'1,0% nel 2025 e all'1,4% nel 2026. Per quanto riguarda il nostro Paese, nonostante negli ultimi trimestri del 2024 i consumi privati abbiano ripreso un leggero vigore, anche grazie all'andamento positivo del mercato del lavoro, una nuova fonte di incertezza economica è data dalle scelte di politica commerciale della nuova amministrazione americana. Secondo le nostre stime - aggiunge -, l'impatto complessivo cumulato sul Pil italiano delle politiche protezionistiche potrebbe essere compreso tra -0,5% e -1,0% al 2027 rispetto ad uno scenario baseline di mancata introduzione di nuove misure tariffarie". Il valore delle esportazioni di beni dei Paesi membri dell'Ue verso gli Stati Uniti nel 2023 - rileva il rapporto - ha raggiunto il valore di circa 533 miliardi di euro, di cui circa 290 miliardi riferiti a Germania (148 miliardi), Italia (67 miliardi), Francia (53 miliardi) e Spagna (21 miliardi). Tra i principali prodotti esportati rientrano i prodotti farmaceutici (101 miliardi di euro), i macchinari e apparecchiature meccaniche (81 miliardi), e i veicoli e componenti (59 miliardi). Ne parliamo con Mario Rocco, Valuation, Modelling and Economics Leader di EY in Italia.Guerra dei dazi: Giappone, Corea del Sud e Cina si uniscono contro l'offensiva UsaIn previsione dei dazi americani, Corea del Sud, Cina e Giappone hanno tenuto il primo dialogo economico dopo cinque anni. Ieri, dopo un incontro, i rispettivi ministri del Commercio hanno concordato di collaborare strettamente per colloqui verso un accordo di libero scambio tra i tre paesi, e per promuovere il commercio regionale e globale .I ministri dei tre Paesi responsabili dell Industria e del Commercio si sono incontrati oggi a Seul in un contesto di accelerazione dell aumento dei dazi doganali imposti da Washington: il vertice a tre, convocato con urgenza, è¨ il primo di questo tipo dal 2020. Le economie delle tre potenze asiatiche restano fortemente dipendenti dalle proprie esportazioni, e ciascuna è penalizzata, in misura diversa, dalle politiche del presidente americano Donald Trump.Intanto si sono arenati anche i colloqui tra Usa e India sui dazi dopo quattro giorni di incontri sul commercio tra una delegazione di Washington in visita a Delhi e rappresentanti del governo indiano. Un annuncio diffuso dal Ministero del Commercio e dell'Industria indiano informa che i colloqui si sono conclusi "con una sostanziale convergenza" sui passi da intraprendere per l'accordo bilaterale di libero commercio multisettoriale di cui India e Usa intendono firmare, entro l'autunno, la prima tranche.Intanto oggi i mercati azionari asiatici sono scesi drasticamente lunedì¬ a causa delle preoccupazioni sui dazi Usa. Interviene sul tema Marco Masciaga, corrispondente dall'Asia del Sud de Il Sole 24 Ore.Autotrasporto: il MIT convoca le Associazioni giovedì 3 aprileL'11 marzo si è tenuto il primo incontro tra le associazioni dell'autotrasporto e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, segnando la ripresa del dialogo dopo mesi di stallo. Tuttavia, il Segretario Generale di ASSOTIR, Claudio Donati, ha espresso delusione per l'esito, giudicando insufficienti le proposte ministeriali sui tempi di pagamento e sugli oneri per le soste prolungate. Il problema principale, secondo Donati, è che le norme continuano a scaricare sui trasportatori l'onere di far valere i propri diritti, senza reali strumenti di tutela. A seguito di questo incontro, è di oggi la notizia che il MIT ha convocato le associazioni di categoria per un nuovo tavolo di confronto il 3 aprile, con l'obiettivo di affrontare concretamente le criticità  del settore. Negli ultimi mesi, il settore dell'autotrasporto italiano ha affrontato sfide significative legate sia a questioni fiscali che a restrizioni transfrontaliere. Il governo italiano ha proposto un graduale riallineamento delle accise sul gasolio aumentando di un centesimo al litro all'anno per cinque anni, accompagnato da una corrispondente riduzione sulla benzina, con l'obiettivo di equilibrare la tassazione tra i due carburanti. Inizialmente, questa misura ha suscitato preoccupazione tra le associazioni di autotrasportatori, che temevano un incremento dei costi operativi. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha però chiarito che gli autotrasportatori, soggetti a una disciplina specifica, non sarebbero stati coinvolti dall'allineamento delle accise.  Nonostante queste rassicurazioni, alcune associazioni di categoria hanno continuato a esprimere preoccupazioni, sottolineando che l'aumento delle accise sul gasolio avrebbe potuto comportare un incremento dei costi fino a 10.000 euro all'anno per veicolo, con possibili ripercussioni sulla competitività  rispetto ad altri paesi europe.  Il commento è di Pasquale Russo - Presidente di Conftrasporto.

Visit the podcast's native language site